martedì 15 luglio 2014


SOLONE E TACITO ILLUSTRANO A ZEUS  LE CAUSE DELLA DILAGANTE CORRUZIONE NELL’ITALICO PAESE.

Solone: sommo Zeus buon giorno.

Zeus: miei cari Solone e Tacito è da due giorni che ve ne state appartati ospiti, qui nella biblioteca del Sommo Olimpo, a consultare testi di legge e testi costituzionali. Perché? Vi preparate a scrivere qualche nuovo testo costituzionale? E se si per quale Paese? Mi hanno riferito della crisi profonda che stanno attraversando la  Grecia e l’Italica Regione in particolare che, per l’alto grado di civiltà che un tempo, purtroppo oramai lontano, raggiunse, fu definita “Magna Grecia”!.

Tacito: padre degli Dei  dici proprio bene quando affermi che l’Italica Regione è stata investita da una grave crisi.

Solone: mi sia consentito evidenziarti, sommo  Padre degli dei tutti, che si tratta di una crisi non solo economico/finanziaria,  ma principalmente di natura morale.

Zeus: forse che l’italico Paese sta attraversando una crisi di costumi?

Solone: mio caro Tacito rispondi tu al nostro padre Zeus.

Tacito: padre degli Dei tutti che abitate l’Olimpo consentimi di precisare la natura della causa che ha provocato questa grave crisi nel paese della ”Magna Grecia”.

Zeus: miei cari sono qui ad ascoltarvi. Voi sapete quanto ci sia caro l’Italico Paese! Noi,  Divinità tutte che abitiamo il sacro monte dell’Olimpo, siamo ancora grate alle italiche genti per la venerazione praticata nei nostri confronti! Come dimenticare la Valle dei Templi ad Agrigento che il poeta Pindaro ebbe a definire “la più bella città dei mortali”. Per non parlare delle costruzioni imperiture di Segesta, Siracusa, Sibari….e ovviamente l’eterna Roma. Scusami se ho interrotto il tuo ragionamento. Prosegui pure.

Tacito: sommo Zeus….avete ragione  nell’essere grati alle italiche genti. Persone laboriose che meriterebbero senz’altro una classe politica più attenta ai bisogni della gente e meno agli affari che così tanto hanno arricchito la classe politico-dirigenziale del Paese di Empedocle, Pitagora, Cicerone, Augusto Seneca e tanti altri che  furono esempi illustri di saggezza e probità.

Solone: è indiscutibile che  la classe politica che ha retto l’Italico Paese ha  di molto contribuito all’ impoverimento delle italiche genti.

Zeus: qualche giorno fa il grande Pitagora mi riferiva che  l’italico Paese è, da tempo, aggredito da un male che, a suo dire, rappresenta il “viale del tramonto della Democrazia”. Questo male lo stesso Pitagora lo individuava nella “corruzione”. Mi diceva anche cha la corruzione aveva oramai oltrepassato i confini della Magna Grecia, aveva raggiunto e superato le terre bagnate dal Rubicone e, arrivando nelle terre bagnate dal fiume Eridanio, anche lì aveva trovato terreno molto fertile. Concludeva affermando che oramai tutte le strutture politico-burocratiche dello “Stivale” erano attaccate dal male ella corruzione.

Solone: sempre sagge le riflessioni del maestro Pitagora!.

Tacito: e noi, saggio Zeus, crediamo di aver individuato, dopo mesi di approfondite indagini, nella legislazione (o meglio nel modo in cui legiferano nell’italico Paese) la radice su cui cresce la malapianta della corruzione.

Zeus: parlate e spiegatemi il fenomeno. Noi siamo ancor oggi rispettosi del principio della “sacralità della legge “ quale suprema regolatrice della convivenza degli uomini.

Tacito: dici bene, sommo Zeus, nel definire la legge “suprema regolatrice della convivenza degli uomini”. C’è però un fatto: la legge nell’Italico paese è gravemente malata e confusa a tal punto che molto spesso non si sa cosa voglia dire! Le leggi sono mal formulate a tal punto che anche il giudice costituzionale ha dovuto ammettere che l’ignoranza della legge costituisce una valida causa di non punibilità per il cittadino che la viola quando la legge è tanto complessa, ambigua e incerta che diventa difficile decifrarla.

Zeus: quello che mi riferite  mi preoccupa non poco.

Tacito: a complicare la vita dei cittadini contribuisce, altresì, l’eccessivo numero delle leggi.

Solone: non a caso, sommo Zeus, l’amico Tacito, da esperto in materia qual è, già 2.000 anni fa aveva saggiamente scritto che “corruptissima republica plurimae leges” che lascio a lui interpretare.

Tacito: padre Zeus, ho scritto proprio così: “le leggi sono moltissime quando lo Stato è corrottissimo”. O, se vogliamo, con l’aumentare delle leggi aumenta la corruzione.

E nell’Italico Paese nessuno sa più con precisione a quanto ammonti il numero delle leggi: chi dice 140.000, chi 160.000! Il fatto stesso che non si sappia il loro numero sta a testimoniare la gravità del problema. Alle 140.000 leggi approvate a Roma dal Parlamento bisogna poi aggiungere i Decreti attuativi e le immancabili Circolari.   A queste vanno aggiunte le leggi approvate dalle Regioni e tutti i Regolamenti approvati dai Comuni. Padre sommo, anche a costo di abusare della tua pazienza, devo proseguire nell’elencazione delle norme che vincolano l’italico cittadino aggiungendo anche  tutta la  normativa europea”, e così per un numero complessivo che supera di gran lunga le 200.000 norme alle quali gli italici cittadini devono sottostare. E’ una fitta e inestricabile   ragnatela che ha irretito il probo  cittadino che oggi vive nell’italico stivale.

Su quest’ultimo aspetto del problema, mirabile e sempre attuale è l’insegnamento dell’amico Solone al quale lascio la parola.

Zeus: Solone… spiegami pure; a te la parola.

Solone: padre degli Dei tutti grazie per la stima sincera che riponi in noi. Speriamo di non deludere le tue legittime aspettative. Ebbene: insegnavo ai miei discepoli, osservando la natura, che da che mondo è mondo il ragno non fa altro che ragnatele. E le ragnatele, da che mondo è mondo, acchiappano sempre e solo mosche e insetti e mai, ad esempio, un’aquila.

Zeus: lucida osservazione!

Solone: il legislatore quando fa le leggi non fa altro che tessere delle ragnatele. Il dramma dell’Italico Paese va individuato nelle 200.000 norme in vigore che costituiscono un’unica  inestricabile ragnatela che ha letteralmente irretito l’onesto cittadino che vive nel Paese che un tempo fu la “Magna Grecia”.

Tacito: è una situazione, sommo Zeus, che ha messo in crisi, pericolosamente irreversibile, il rapporto tra le Istituzioni Repubblicane e il cittadino. Una crisi, a detta di molti, dagli esiti imprevedibili.

Solone: è così che nell’Italico Paese sta morendo ignominiosamente la democrazia!

Zeus: grazie per la lucidità della vostra analisi. Desiderò, però, che mi portiate a conoscenza delle vostre conclusioni.

Solone: padre sommo non dubiti; sarà nostro dovere consegnarvi una copia della nostra analisi e delle nostre proposte per migliorare la qualità delle leggi italiane, così da salvare la democrazia nell’Italico Paese così tanto amato dalle Divinità tutte che abitate il sommo Olimpo .

 

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