domenica 14 settembre 2014


Al Sig. Presidente

della  Regione Puglia

NICHI  VENDOLA

 

 

        Sig. Presidente,

mi rivolgo a Lei per sottoporre alla sua riflessione le mie perplessità sul metodo da Lei seguito per  affrontare la controversia tra la Regione Puglia, da Lei guidata, e l’imprenditrice  Sig.ra Alison Deighton, moglie del sottosegretario al Tesoro britannico.

 

La Sig.ra Deighton in data 12 settembre 2014 racconta al Corriere della Sera del suo tentativo di investire 70 milioni di euro per realizzare un resort a Nardò (Lecce) e degli anni che passano senza ottenere le autorizzazioni, anche regionali,  necessarie.

La Sig.ra dichiara: “in Puglia non c’è solo mancanza di certezze nell’iter burocratico, che per l’imprenditore è la morte. Un’altra cosa frustrante è la mancanza di interesse . Come se un progetto da 70 milioni non interessasse la Regione”.

 

Il Corriere della Sera del 13 settembre 2014 riporta, Sig. Presidente, la Sua risposta alla Sig.ra Deighton:

“E’ una vicenda opaca sulla cui storia è bene che dia uno sguardo la Procura della Repubblica di Lecce alla quale consegneremo un dossier”.

Ci dice il Corriere che il T. A. R. Puglia ha data ragione alla Deighton e che la Regione Puglia ha presentato appello al Consiglio di Stato il quale non si sa ancora quando deciderà.

 

Sig. Presidente, mi permetta un consiglio:  Se la sbrighi Lei verificando con i suoi consulenti tutta la documentazione e le procedure fin qui seguite. Ne ha tutto il diritto e l’autorità,  e non crei un ulteriore intralcio all’iniziativa Deighton. Al massimo prosegua dinnanzi al Consiglio di Stato ma lasci perdere la Procura di Lecce dove forse non tutti sono ancora rientrati dalle ferie.

Se la sbrighi Lei a livello amministrativo. E mai possibile che in Italia abbiamo sempre bisogno di un giudice penale per risolvere una qualsiasi controversia che possa nascere tra il cittadino e la Pubblica Amministrazione?

E mai possibile che per ogni documento dove c’è un timbro  di un Ente Pubblico dobbiamo necessariamente attivare  l’apertura di un’azione penale?

Qual è il messaggio che, così facendo, Lei trasmette agli imprenditori  stranieri? E’ un messaggio di una classe burocratica incapace di rispondere alle esigenze della gente e che ai tempi lunghi e lenti per l’iter burocratico bisogna aggiungere  anche i tempi dell’iter giudiziario.

Ma il fatto ancora più grave è il messaggio di rinuncia da parte sua a svolgere appieno il controllo sull’operato di tutti coloro che hanno seguito questa pratica. E forse, ancora più grave, il messaggio di un potere politico non ancora  capace di agire autonomamente senza l’intervento  dell’ordine giudiziario.

Se le cose stanno così, se Lei fosse un imprenditore estero verrebbe ad investire in Italia?

Rifletta bene e cerchi di risolvere la questione con strumenti amministrativi celeri evitando, ove possibile, le aule  giudiziarie.

Nel chiederLe scusa per il tempo rubatoLe, La saluto cordialmente.

Giuseppe Castronovo.

 

 

 

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