mercoledì 10 settembre 2014


             QUANDO IL RISPARMIO DELLE FAMIGLIE SE LO MANGIA IL COMUNE.

Renzo: il risparmio?

Ludovico: cosa saggia!

Marco: sempre?

Renzo: a dire il vero non sempre.

Ludovico: perché non sempre?

Renzo: quando, ad esempio, è dettato dalla preoccupazione per il futuro a causa della precarietà della situazione politica del Paese che inevitabilmente si riverbera sulle nostre famiglie.

Alessio: un esempio.

Giacomo: quando bisogna mettere da parte del denaro per fronteggiare le maggiori, nuove e impreviste tasse di cui lo Stato e i Comuni non sono neanche in grado di dirci in anticipo l’importo e la data di pagamento   (vedi T. A. S. I.  T. A. R. I.  I. M. U.)

Luigi: il fatto è che, come ci dice l’ I.S.T.A. T. , i Comuni non vogliono ridurre la spesa corrente:   nel 2008 spendevano 48 miliardi che sono saliti a 55 miliardi nel 2013.

Ludovico: sono queste le politiche di contenimento della spesa pubblica?

Giacomo: rassegniamoci. La spregiudicatezza dei Sindaci nel tassare la casa purtroppo non ha limiti.

Prof. Vezio … a Lei la parola.

Vezio: Una saggia politica,, specie se ha la presunzione di definirsi “di sinistra”, dovrebbe sapere che le leggi devono favorire il diritto alla proprietà della casa:  agevolando  la proprietà della casa  si incomincia a dar  luogo, infatti, a una più equa ripartizione della ricchezza nazionale.    

Perché il diritto alla proprietà della casa sia effettivo,  diventa però necessario che questo bene non sia oppresso da imposte eccessive.

L’Imperatore Tiberio amava ripetere ai funzionari che gli proponevano di aumentare le tasse, che “boni pastoris esse, tondere pecus, non deglubere”, e cioè che “il buon pastore deve tosare pecore, non scorticarle”.

Giacomo: grazie prof..  Speriamo che questa antica, ma sempre attuale, saggezza diventi patrimonio anche della nostra classe politica.

(dai dibattiti al Circolo della Concordia).

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