QUANDO IL RISPARMIO DELLE FAMIGLIE SE LO MANGIA IL COMUNE.
Renzo: il risparmio?
Ludovico: cosa saggia!
Marco: sempre?
Renzo: a dire il vero non
sempre.
Ludovico: perché non sempre?
Renzo: quando, ad esempio, è
dettato dalla preoccupazione per il futuro a causa della precarietà della
situazione politica del Paese che inevitabilmente si riverbera sulle nostre
famiglie.
Alessio: un esempio.
Giacomo: quando bisogna
mettere da parte del denaro per fronteggiare le maggiori, nuove e impreviste
tasse di cui lo Stato e i Comuni non sono neanche in
grado di dirci in anticipo l’importo e la data di pagamento (vedi T. A. S. I. T. A. R. I.
I. M. U.)
Luigi: il fatto è che, come ci
dice l’ I.S.T.A. T. , i Comuni non vogliono ridurre la spesa corrente: nel 2008 spendevano
48 miliardi che sono saliti a 55 miliardi nel 2013.
Ludovico: sono queste le
politiche di contenimento della spesa pubblica?
Giacomo: rassegniamoci. La
spregiudicatezza dei Sindaci nel tassare la casa purtroppo non ha limiti.
Prof. Vezio … a Lei la parola.
Vezio: Una saggia politica,, specie se ha la presunzione di
definirsi “di sinistra”, dovrebbe sapere che le leggi
devono favorire il diritto alla proprietà della casa: agevolando la proprietà della casa si incomincia a dar luogo, infatti, a una più equa ripartizione
della ricchezza nazionale.
Perché
il diritto alla proprietà della casa sia effettivo, diventa però necessario che questo bene non
sia oppresso da imposte eccessive.
L’Imperatore Tiberio amava
ripetere ai funzionari che gli proponevano di aumentare le tasse, che “boni
pastoris esse, tondere pecus, non deglubere”, e cioè che “il buon pastore deve
tosare pecore, non scorticarle”.
Giacomo: grazie prof.. Speriamo che questa antica, ma sempre
attuale, saggezza diventi patrimonio anche della nostra classe politica.
(dai dibattiti al Circolo
della Concordia).
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