giovedì 13 luglio 2023

 

IL VESCOVO DELPINI, IL CAVALIERE BERLUSCONI,

L’ARTISTA CLAUDIO VILLA

 

Ambrogio: amici…. è già un mese dal giorno in cui è morto l’ex Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, eppure l’opinione pubblica è sempre più investita dalle polemiche che riguardano ogni aspetto della sua vita, addirittura anche del testamento. Fanno altresì ancora discutere le parole dell’omelia funebre  dell’Arcivescovo ambrosiano  Mario Delpini.

Beppe: in effetti non sono pochi coloro i quali sono rimasti più che  perplessi per l’omelia pronunciata  dal nostro Arcivescovo in occasione dei funerali di Stato di Silvio Berlusconi.

Nino: tra questi, permettimi Beppe, spicca l’opinione del Direttore del tg della rete  La 7 Enrico Mentana che era presente nel Duomo di Milano in qualità di “inviato speciale” durante le esequie.

Santo: Mentana non mi risulta essere un berlusconiano!

Nino: eppure le sue attente osservazioni han fatto riflettere non poche persone.

Santo: che cosa ha detto?

Nino: Mentana, rispondendo alla giornalista Alessandra Sardoni che conduceva uno speciale tg sulle esequie, ha detto: “l’omelia era molto forte, perché è sembrata in parte laica. Di ricongiunzione tra la vita, i piaceri e in parte anche le smodatezze della vita. Ma se devo fare il cronista da dentro, non tutti l’hanno apprezzata allo stesso modo. E c’era qualcuno che  era anche sconcertato”.

Santo:  Prof. Vezio una sua riflessione.

Vezio: ho seguito da casa  la funzione funebre con  religioso silenzio   e ascoltato  con altrettanto silenzio l’omelia dell’Arcivescovo Delpini;  da subito mi son chiesto, nel sentire il tono grave dell’incipit caratterizzato dal continuo ricorso al verbo vivere, ripetuto per ben tre volte, da dove l’Arcivescovo  avesse potuto trarre ispirazione nella predisposizione della sua omelia. Leggendo poi il testo integrale  dell’omelia vi ho trovato non poco della  nota canzone  “Vivere” interpretata da  Claudio Villa che ho fotocopiato e l’amico Santo vi sta distribuendo per meglio coglierne ed evidenziarne insieme a voi i non pochi punti in comune e  le non poche analogie fra i due testi.

Ricordo agli amici meno giovani che Claudio Villa nel 1959 interpretò  questo brano, con l’orchestra diretta dal maestro Gorni Kramer, quale ospite della trasmissione televisiva “Buone vacanze”

Santo: una lettura dell’omelia, la sua, con questo accostamento alla canzone di Claudio Villa, cui non avrei mai pensato!

Vezio: vedi…

Santo: che cosa?

Vezio: ritengo che il concetto chiave di tutta l’omelia possa essere individuato nel verbo “Vivere”; in questo verbo che, dando addirittura il titolo alla stessa canzone, dovrebbe fugare ogni vostra  perplessità sull’accostamento da me effettuato.

Il ricorso, poi, al verbo  “Vivere” ripetuto per ben 15 volte nel corso dell’omelia, non può non avvalorare ancor di più questo mio accostamento dell’omelia  alla canzone di Claudio Villa che risulta molto più esplicito quando  nella terza  strofa il “reuccio” con la sua melodica voce  cantava:

“Vivere senza malinconia

Vivere senza più gelosia”

Quando poi nel corso della sua omelia l’Arcivescovo Delpini  utilizza per la quarta volta il verbo vivere, questa volta associato all’aggettivo  “bella”,  il richiamo al testo interpretato da Claudio Villa si fa ancora una volta  più diretto e immediato consentendogli  di affermare che  l’aspirazione di Silvio Berlusconi era quella di             “vivere e desiderare una vita che fosse buona, bella”.      

Un costante richiamo al verbo “vivere” e all’aggettivo “bella” che infatti ritroviamo  nell’ottava e ultima strofa del testo cantato da Villa  dove leggiamo:

“Vivere finché c’è gioventù

Perché la vita è bella

e la voglio vivere sempre più”.

Nella canzone alla quarta strofa troviamo per ben due volte anche il verbo  “ridere” e l’Arcivescovo lo utilizza per dirci che Berlusconi amava “vivere e non sottrarsi alle sfide, ai contrasti, agli insulti, alle critiche e continuare a sorridere…a ridere degli insulti, .soffrire il declino e continuare a sorridere”.

Consentitemi un ultimo accostamento tra i due testi: non vi sarà sfuggito quando l’Arcivescovo sottolinea come Berlusconi “avesse amato e desiderato di essere amato”. Parole che richiamano  gli ultimi due versi della canzone.

“Vivere

Vivere d’amor”

Questo continuo richiamo al verbo vivere non può non farmi pensare che l’Arcivescovo conosca alquanto bene la canzone di Claudio Villa; chissà quante volte l’avrà sentita cantare ai propri genitori durante la sua fanciullezza!

(Dai Dialoghi svolti al Circolo della Concordia)

gcastronovo.blogspot.it

          V I V E R E

Oggi che magnifica giornata

Che giornata di felicità

La mia bella donna se n'è andata

M'ha lasciato al fine in libertà

 

Son padrone ancor della mia vita

E goder la voglio sempre più

Ella m'ha giurato nel partir

Che non sarebbe ritornata mai più

 

Vivere, senza malinconia

Vivere, senza più gelosia

Senza rimpianto

Senza mai più conoscere cos'è l'amore

Cogliere il più bel fiore

Goder la vita e far tacere il cuore

 

Ridere, sempre così giocondo

Ridere delle follie del mondo

Vivere, finché c'è gioventù

Perché la vita è bella

E la voglio vivere sempre più

 

Spesso la commedia dell'amore

La tua donna recitar ti fa

Tu diventi allora il primo attore

E ripeti quello che vorrà

 

Sul terz'atto scende giù la tela

Finalmente torna la realtà

E la sua commedia dell'amor

In una farsa trasformata sarà

 

(Vivere, senza malinconia

Vivere, senza più gelosia)

Vivere, pur se al cuore

Ritorna un attimo di nostalgia

Io non ho più rancore

E ringrazio chi me l'ha portata via

 

(Ridere, sempre così giocondo

Ridere delle follie del mondo)

Vivere, finché c'è gioventù

Perché la vita è bella

La voglio vivere sempre più

 

Vivere

Vivere d'amor



 

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