giovedì 7 marzo 2013

FASCISMO, ANTIFASCISMO E LA MANCATA RIFORMA DELL'ASSETTO ISTITUZIONALE DEL PAESE NEL PENSIERO DI MASSIMO SEVERO GIANNINI.


On. Straccio: collega Cencio…., che ne dici della nuova polemica  Fascismo – antifascismo che ha visto protagonisti prima l’On. Berlusconi e adesso la neocapogruppo del Movimento 5 Stelle On. Roberta Lombardi?
On. Cencio: politica vecchia.! Niente di nuovo!
On. Straccio: cosa vuoi dire?
On. Cencio: è una polemica che ricorre ciclicamente. Ricordati che anche l’On. Bersani già in campagna elettorale ha definito “fascistoide il comportamento di Grillo”. A quel Grillo al quale ora chiede collaborazione per consentirgli di accedere a Palazzo Chigi!
On. Straccio: anche se son trascorsi quasi 70 anni  dalla fine  del Fascismo sembra un Paese ancora bloccato: fans  del comunista Peppone da una parte e fans del democristiano don Camillo dall’altra. E’ la storica contrapposizione tra  Guelfi  e Ghibellini che  si ripete rinnovandosi nei protagonisti. Ogni qualvolta nasce un problema ci sono  due soluzioni  antitetiche e diametralmente opposte. Ed è così che spuntano due fazioni  l’un contro l’altra armata! E’ l’Italia che va e purtroppo continuerà ad andare così.
On. Cencio: il guaio è che i danni arrecati al Paese da questa impostazione politica sono incalcolabili!.Ma il fatto più grave è che autorevoli studiosi  già anni fa avevano molto lucidamente previsto la cristi istituzionale in cui ci avrebbe condotto una simile impostazione politica.
On. Straccio: ti riferisci a qualcuno in particolare?
On. Cencio: penso a quel grande giurista che fu Massimo Severo Giannini sui cui testi si sono formate intere generazioni di studenti universitari. Ebbene, il Giannini in un’intervista al Corriere della Sera del 12.6.1983 descrisse molto efficacemente il clima che si respirava in senno all’Assemblea Costituente osservando in proposito che “quando si misero al lavoro gli autori della nostra Costituzione non guardarono al futuro, guardarono soprattutto al passato. Si preoccuparono comprensibilmente di evitare che si ripetessero certe esperienze negative del passato, la presa di potere da parte delle minoranze, l’invadenza del potere centrale sui poteri locali. Ma – osservò ancora il Prof. Giannini – i Costituenti non avevano consapevolezza dei grandi problemi che si sarebbero posti ad una società industriale avanzata”.
On. Straccio: sono parole  di una verità sconcertante! Sono parole che ci fanno capire il perché il Paese è precipitato in questa grave paralizante situazione!
On. Cencio: vedi….
On. Straccio: che cosa?
On. Cencio: il Giannini aveva già allora previsto la paralisi delle Istituzioni e auspicava l’ammodernamento dell’assetto istituzionale prima che fosse troppo tardi. Ma non fu ascoltato.
On. Straccio: possiamo applicare al Giannini la famosa espressione  “vox clamantis in deserto” con la quale nel Vangelo si autodefinisce Giovanni il Battista.
On. Cencio: hai detto proprio bene!
                                                                                                                                      

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