mercoledì 13 febbraio 2013

ANCHE LA RANA, DOPO GIAGUARI, LEONI E CAMALEONTI, IRROMPE NEL CIRCO EQUESTRE DELLA POLITICA ITALIANA.

On. Straccio: collega Cencio…., che ne dici di questo circo equestre che è la classe politica italiana in questa campagna elettorale?
On. Cencio: in effetti, mi sembra, che giaguari, leoni e camaleonti la stiano facendo da padroni!
On. Straccio: hai proprio ragione! Ma il campionario dei protagonisti è più ricco di quanto tu possa pensare!
On. Cencio: cosa vuoi dire?
On. Straccio: c’è di più! Il circo in questa campagna elettorale 2013 si è arricchito di un altro animale che di giorno in giorno si sta gonfiando sempre di più.
On. Cencio: di che animale si tratta?
On. Straccio: non sono io a dirtelo, ma  Fedro!  E’ uno degli animali che dopo due mila anni si è materializzato scendendo nell’arena politica anche lui.
On. Cencio: non capisco!
 On. Straccio: si tratta di un simpatico e piccolo  animale che vive nelle paludi ma è anallergico all’attacco di cavallette e zanzare. 
On. Cencio: non capisco ancora. Spiegati meglio.
On. Straccio: L’anno scorso, il Presidente della Repubblica  aveva chiamato dalle risaie delle Padaniche Regioni una grande  rana ( che da tempo era una presenza fissa nei tavoli internazionali ) per risolvere alcuni problemi che affliggevano il nostro Paese.
On. Cencio: di che problemi si trattava?
On. Straccio: il bue guida, che era a capo della mandria più numerosa, era stato assalito da centinaia di cavallette così voraci che lo stavano letteralmente sfiancando. Allora il Presidente della Repubblica decide di dargli un po’ di riposo chiamando appunto la rana a sostituirlo nelle sue funzioni .
On. Cencio: ma perché ha chiamato proprio una rana?
On. Straccio: perché la rana, vivendo nelle risaie ed essendo, come ti dicevo, anallergica agli attacchi di cavallette e zanzare, avrebbe potuto lavorare sodo come un bue nelle svolgimento delle su funzioni.
On. Cencio: e come  ha lavorato?
On. Straccio: in un primo periodo ha lavorato a stretto contatto con il Presidente che l’aveva chiamata a quell’incarico. Poi, ad un certo punto, credendo di essere diventata un bue anche lei, ha deciso di affrancarsi dal Presidente  e, così facendo, ha creato una sua personale mandria.
On. Cencio: quali sono state le conseguenze di questo cambio di rotta?
On. Straccio: l’operazione  ha provocato un grande scompiglio tra le mandrie che pascolano nelle campagne romane.  Un disastro per l’intero Paese, tanto che il Presidente, prevedendo tutto ciò, la aveva invitata, a più riprese, a desistere dalla sua iniziativa.
On. Cencio: e lei, la rana, l’ha ascoltato?
On. Straccio: purtroppo no! Anzi, alcuni proprietari di risaie e di mandrie, l’hanno convinta a disattendere l’invito del Presidente e le hanno preparato una mandria tutta per lei che si è messa, a quel punto,  a  pascolare in concorrenza alle altre mandrie già presenti nelle campagne romane.
On. Cencio: quali sono, o saranno, gli effetti di una simile operazione?
On. Straccio: ce lo dice il grande poeta  Fedro che, come tu vedrai, risulta essere attuale più che mai!
On. Cencio: cosa ci dice di così interessante il Poeta?
On. Straccio: Fedro ci dice questo:
“Una volta una rana vide un bue in un prato. Presa dall’invidia per quell’imponenza prese a gonfiare la sua pelle rugosa.
Chiese poi ai suoi piccoli se era diventata più grande del bue.  Essi risposero no.
Subito riprese a gonfiarsi con maggiore sforzo e di nuovo chiese chi fosse più grande.
Quelli risposero: il bue.
Sdegnata, volendo gonfiarsi sempre più, lasciò orfani i suoi ranocchi!.

Nessun commento:

Posta un commento